indice di notorietà: ***
paese: Italia
musicista d'avanguardia
Ha proseguito nella sua attività professionale dopo il battesimo? SI
La letteratura Watch Tower ha mai fatto cenno a questo VIP? NO
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Maurizio Bianchi è un compositore di noise music, o bruitisme (tradotta a volte rumorismo in italiano), un genere musicale elitario e decisamente non per tutti i gusti, basato su suoni indeterminati, rumori, ripetizioni, dissonanze e atonalità. Di questo settore d'avanguardia è considerato uno dei massimi esponenti europei.
Nato nel 1955 in provincia di Mantova, dalla fine degli anni '70 inizia a lavorare come giornalista e critico musicale (soprattutto per musica sperimentale) su periodici importanti quali Mucchio Selvaggio e Buscadero. Nel 1979 realizza i suoi primi lavori, relativamente tradizionali, su cassetta; sono datati l'anno successivo i primi titoli di vera e propria avanguardia (quali Menses e Neuro habitat). Viene notato da William Bennett, leader dei Whitehouse e riconosciuto capofila del rumorismo, che offre a Bianchi un contratto non esattamente vantaggioso dal punto di vista dei diritti d'autore, ma che al contempo gli permette di affermarsi nell'ambiente. La prima opera prodotta con l'etichetta di Bennett è Triumph Of The Will (1981).
Copertine di alcune delle prime opere di Maurizio Bianchi; nell'ordine, Voyeur Tape (1980), The Plain Truth (1983), considerato uno dei suoi capolavori ambient, e Armaghedon (1984), contemporaneo alla sua conversione.
Sono anni di febbrile attività per il compositore, che fino al 1984 mette in commercio oltre 30 album, firmandosi col suo nome o con pseudonimi. Nel 1984 pubblica il lavoro Armaghedon (per l'etichetta Mectpyo Sounds), e non è casuale, dato che nello stesso anno era diventato testimone di Geova. Del 1985 è Mectpyo, pubblicato in Spagna; si prende quindi una lunga pausa e riprende a comporre intorno al 1992. La mole di produzione del suo secondo ciclo professionale è se possibile ancora più impressionante, dato che fino al 2015 aveva realizzato un centinaio fra album propri e in collaborazione con altri artisti, sia italiani che stranieri. Malgrado più di una volta abbia annunciato l'intenzione di ritirarsi, è ancora sul mercato; il suo ultimo lavoro in ordine di tempo, nel momento in cui scriviamo, è Pavimo (2015).
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A questo link la sua sconfinata discografia (centinaia di produzioni):
www.discogs.com/artist/58566-Maurizio-Bianchi
Molti dei suoi vecchi dischi, non più in catalogo da anni, rappresentano una costosa rarità da collezionisti. I titoli di alcuni lavori di Bianchi sono decisamente inquietanti (ad esempio Cease to Exist, 1979; Symphony For A Genocide, 1981; Carcinosi, 1983; The Valley Of Deep Shadow (2008), che sembra un riferimento al Salmo 23:4); le copertine non sono da meno, specie per il suo primo periodo; come quella di NH/HN (1981), che riporta la celebre istantanea di Mussolini e dell'amante Claretta Petacci appesi a testa in giù poco dopo la fucilazione. Quanto alla musica, riportiamo di seguito uno dei suoi brani di più facile fruzione, l’affascinante Yellow Star (dall'album Dead Colors, del 2005) che ha anche il pregio della brevità: i pezzi di Maurizio Bianchi sono mediamente piuttosto lunghi (non di rado superano i 20 minuti).
Una interessante intervista a Maurizio Bianchi, dall'autorevole webzine Sentireascoltare:
sentireascoltare.com/articoli/plasticita-e-forme-dellanima/
Estratto da un'altra intervista rilasciata da Bianchi ad Andrea Ferraris per sodapop.it (link):
Intervistatore: Quanti anni avevi quando hai incominciato (ed ora)? Alla luce del fatto che sono passati un po’ di anni il futuro continua a spaventarti?
Maurizio Bianchi: All'epoca avevo 23 anni, ora ne ho più del doppio (sono nato nel 1955). Il futuro non mi spaventa più per il semplice motivo che sono riuscito ad edificare la mia speranza su un fondamento solido, la fede (che non è creduloneria) nelle promesse bibliche.
Intervistatore: …infatti, ho letto e sentito dire che sei diventato testimone di Geova, nella mia completa ignoranza ho sempre associato alle persone che vanno in cerca di proseliti di domenica mattina o al mio compagno di banco delle medie che vedeva con terrore le trasfusioni…(lo so è un po’ poco)…
Maurizio Bianchi: E' un discorso un po' lungo ma non voglio essere tedioso quindi cercherò di essere il più semplice e chiaro possibile. Purtroppo viviamo circondati da molti luoghi comuni, dovuti alla mancanza di conoscenza e di approfondimento (questo è più che comprensibile visto la vita frenetica che conduciamo) e quindi a un nome o a un'etichetta viene associata un'immagine o un concetto che rasenta lo stereotipo; applicando questo concetto alla religione, in specifico al testimone di Geova, esso viene visto come il petulante ricercatore di proseliti o il fanatico religioso. In realtà, osservando il contesto dall'interno (attualmente io mi trovo in tale situazione) ci si rende conto che non si tratta esattamente di ciò, ma la volontà del testimone nasce dall'amore verso il prossimo e dal desiderio di piacere al proprio Dio, colui che dispensa benedizioni a coloro che lo amano.
Intervistatore: …credo che qualcuno possa trovare contrastante ciò che dici con il Maurizio Bianchi degli esordi che molti associano ad un muro di rumore accompagnato ad una copertina con un cadavere carbonizzato
Maurizio Bianchi: E' proprio questa la sensazione che voglio creare nel mio interlocutore anziché affermare qualcosa che lui vuole sentirsi dire. Questo significa che non sono rimasto fossilizzato ai clichè degli esordi e di conseguenza anche la mente degli ascoltatori non deve rimanere fossilizzata su stilemi e definizioni ormai superate. Questo fa parte dell'evoluzione e della maturazione di ogni artista.